La questione sanitaria e i rischi di malattia
Pochi lo sanno e se ne preoccupano, ma in realtà non è difficoltoso capirlo con il raziocinio: i piccioni vivono immancabilmente in un ambiente sporco ed inquinato, e si nutrono di quanto possono trovarvi. Per queste ragioni, le loro deiezioni sono cariche di batteri; e non stiamo parlando di comuni malesseri come un’influenza o una gastroenterite. Nelle feci di un piccione in ambiente urbano troviamo i batteri portatori di malattie ben più gravi e preoccupanti.
Ci riferiamo a salmonellosi, meningite, encefalite e toxoplasmosi, ma anche a istoplasmosi e cryptococco, entrambe causate da spore di funghi cui i piccioni vengono esposti e che finiscono appunto nelle loro deiezioni. E non si pensi che sia necessario il tocco per rischiare il contagio: una volta seccati, gli escrementi di piccione si sbriciolano in polvere finissima e possono essere inalati, o infettare sorgenti d’acqua estendendo il pericolo largamente.
La questione ambientale e il rischio strutturale
Verosimilmente è capitato a tutti di accorgersene, anche solo lasciando parcheggiata l’automobile all’aperto: ma il dilemma è più grave del semplice danneggiarsi di una carrozzeria. Le feci dei piccioni hanno natura decisamente acida, e sono quindi fortemente corrosive – tanto che non soltanto possono decolorare o rovinare una statua, (problema comunque serio), ma direttamente arrivare a pregiudicare tanto una struttura portante, come quella di un ponte, da renderne immaginabile il crollo.
Consideriamo, finalmente, un problema che è forse il meno noto ma anche, potenzialmente, il più disastroso, perfino rispetto ai danni da corrosione e alla rovina estetica della città quando ricoperta di escrementi di piccione: il pericolo effettivo di incendi. Pochi sanno infatti che le feci di questi volatili sono altamente infiammabili, e che quando, risucchiate da un impianto di ventilazione, vanno ad ammucchiarsi con le piume cadute, possono creare dei rischiosissimi focolai.