L’assegno di mantenimento per i figli è spesso oggetto di discussione tra i genitori in fase di separazione e divorzio. In Italia la legge stabilisce che i genitori abbiano l’obbligo di mantenere la prole. Obbligo che permane anche dopo la separazione (non fa distinzione tra separazione in caso di matrimonio o di semplice convivenza).
Stabilire la somma dell’assegno di mantenimento ai figli
Il genitore a cui non vengono affidati i figli dovrà contribuire al mantenimento dei minori con un assegno mensile.
Quando si tratta di genitori che hanno contratto matrimonio l’ammontare dell’assegno a favore dei figli viene stabilito in sede giudiziale, già in fase di separazione. Se, però, ci troviamo davanti ad un caso di separazione consensuale, è bene specificare che saranno i coniugi stessi a determinare la quota dell’assegno per i figli, decidendo autonomamente anche il contributo da erogare per le spese straordinarie.
Quando, invece, non è stato contratto matrimonio ma ci troviamo di fronte ad una cessazione di convivenza, l’ammontare dell’assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice nel momento in cui i genitori vi si presentano per regolare i rapporti patrimoniali e personali con i figli minorenni.
Controversia per l’assegno di mantenimento dei figli: rivolgersi ad un investigatore privato
È piuttosto frequente che, anche in caso di separazione consensuale, si finisca per litigare quando si arriva a dover stabilire l’ammontare del mantenimento per i figli.
I costi di un investigatore privato possono variare a seconda del caso ma, praticamente sempre, si rivelano un investimento lungimirante in grado di semplificare la procedura da affrontare per ottenere il mantenimento dei figli. Sono infatti molti gli aspetti da dover tenere in considerazione e non sempre è facile avere un quadro chiaro. Si dovranno verificare i redditi derivanti dal lavoro ma anche tutti i conti correnti e gli eventuali immobili in locazione. Inoltre, andranno verificati anche tutti i soldi investiti o derivanti da polizze assicurative.
Uno dei punti che più frequentemente porta a discussioni è il periodo di cessazione dell’’assegno di mantenimento dei figli. Il genitore obbligato ad erogare l’assegno mensile spesso non accetta che la scadenza non arriva al compimento del diciottesimo anno di età, ma dovrà continuare fino al momento in cui il figlio avrà raggiunto l’indipendenza economica (con un tetto massimo di 34 anni oltre al quale non si ha l’onere di continuare a contribuire al mantenimento del figlio).
Per stabilire l’ammontare della cifra da dover erogare si tiene conto di diversi parametri come, ad esempio, la quantità di tempo trascorso presso i due genitori; lo stato patrimoniale del padre e della madre, il tenore di vita del figlio, il valore economico in cui si può tradurre il tempo di cura di un genitore nei confronti del figlio.
Ecco perché avere un investigatore privato può essere la soluzione più adatta e, nel lungo periodo, più economica per riuscire a stabilire e dimostrare concretamente il reale stato patrimoniale del genitore
Assegno di mantenimento per i figli: spese ordinarie e spese straordinarie
La legge, con l’art. 315 bis c. 1 cc stabilisce che i figli hanno il diritto di essere mantenuti, istruiti ed educati.
Entrambi i genitori hanno dunque l’obbligo di preoccuparsi a mantenere i figli, contribuendo in proporzione alle proprie sostanze e a seconda delle proprie capacità lavorative (incluso anche il lavoro casalingo).
L’assegno di mantenimento dei figli spetta al genitore non affidatario. La legge lo definisce “genitore obbligato”. La cifra, da erogare una volta al mese, deve essere sufficiente a coprire le spese di mantenimento ordinarie.