Importanti traguardi richiedono importanti strumenti, lo sanno molto bene gli operatori dell’industria chimica. Un settore complesso, che richiede grande precisione nell’esecuzione di ogni compito per poter raggiungere le conclusioni più corrette, dato che anche il minimo errore può compromettere il lavoro di anni e anni.
Sono numerosissime le apparecchiature che non possono mancare all’interno dei laboratori: autoclavi per la sterilizzazione degli utensili da lavoro, calorimetri, colonne di distillazione e molto altro.
Avete mai sentito parlare di evaporatori rotanti? Scopriamo insieme di che cosa si tratta!
Che cos’è un evaporatore rotante?
Questi strumenti non possono mancare all’interno di un buon laboratorio, in quanto sono apparecchi utilizzati per separare i solventi da una soluzione chimica presente nel composto analizzato. Questo processo avviene attraverso un’evaporazione a bassa pressione.
In commercio esistono moltissime tipologie di evaporatore rotante, ma ciascuno di essi è costituito da cinque parti indispensabili, ovvero un pallone di evaporazione – il quale dovrà contenere la soluzione da far evaporare -, un bagno termostatico, un dispositivo motorizzato, un condensatore – il quale può essere verticale o inclinato – e un pallone di raccolta, adibito a raccogliere i solventi rappresi.
Il materiale utilizzato per la creazione di palloni e condensatori è il vetro, in quanto è di fondamentale importanza che il macchinario complessivo riesca a sostenere al meglio la presenza del vuoto.
Come funziona?
Il principio di funzionamento di questo macchinario si basa sulla capacità del vuoto di abbassare la temperatura di ebollizione di un dato solvente. Il vuoto, infatti, viene generato da determinati valori di depressione, capaci di creare per l’appunto un ambiente “sotto vuoto”. In queste condizioni, tutti i solventi evaporano a temperature inferiori rispetto a quelle che si dovrebbero utilizzare nella lavorazione a pressione atmosferica. L’evaporazione viene ulteriormente facilitata dalla presenza del pallone di evaporazione e del bagno termostatico, i quali, riscaldando ulteriormente la temperatura, aumentano la velocità del processo.
Durante lo svolgimento di questi eventi, i vapori del solvente si allontanano e, una volta raggiunta la superficie del condensatore, solidificano a causa della temperatura più fredda. Successivamente vengono raccolti nel pallone di raccolta.
La prima fase della procedura consiste nell’introduzione della soluzione da far evaporare all’interno del pallone di evaporazione. In seguito, questo viene collegato al meccanismo di rotazione, il quale a sua volta è collegato al condensatore.
Il pallone di evaporazione viene introdotto all’interno del bagno termostatico, dopodiché viene avviata la rotazione. A questo punto, viene applicato il vuoto, e come abbiamo detto poco fa, è proprio la sua presenza ad innescare l’evaporazione. Al termine di questa, un rubinetto presente nel condensatore permette l’entrata di aria, necessaria per interrompere il vuoto.
Il processo può considerarsi concluso nel momento in cui il soluto risulta completamente separato dal solvente. In particolare, il primo si troverà nel pallone di evaporazione, mentre il secondo sarà contenuto nel pallone di raccolta.
A che cosa serve l’evaporatore rotante?
L’evaporatore rotante viene largamente utilizzato nei laboratori chimici adibiti a sintesi organica, ma il suo utilizzo risulta di grande importanza in tutti i casi in cui sia necessario recuperare il solvente separandolo dal soluto.
Normalmente, gli evaporatori rotanti si servono di palloni di evaporazione con capienza variabile da 50 ml a 3000 ml.
Esistono in commercio anche evaporatori rotanti di tipo industriale. In questo caso, la capienza deve essere ancora più grande, e i palloni possono essere dotati di una portata da 10 a fino a 50 litri.
Desideriamo infine aprire una piccola parentesi sull’importanza che riveste la pompa da vuoto nel corretto processo di evaporazione eseguito da questo macchinario. È proprio grazie ad essa, infatti, che l’utilizzatore può evitare di servirsi di temperature troppo alte. La pompa permette di mantenere la temperatura del bagno termostatico ad un valore non eccessivamente elevato, in modo tale da non danneggiare i prodotti sensibili al calore.