Gli impianti di trattamento delle acque nere sono quelli che hanno probabilmente bisogno dell’applicazione dei rivestimenti anticorrosivi di migliori prestazioni, soprattutto nelle vasche e nei serbatoi: e la ragione sta nell’utilizzo, in tali ambienti, di sostanze chimiche necessarie alla purificazione dell’acqua, ma allo stesso tempo caratterizzate da altissimo potere corrosivo. Ma quali sono, quindi, le sfide più grandi a cui i rivestimenti anticorrosivi delle vasche di trattamento acque nere devono poter resistere? Eccone una breve lista.
1. Agenti chimici e biologici
Durante le procedure di trattamento delle acque fognarie, come accennavamo, nei serbatoi pieni d’acqua vengono immesse sostanze sia chimiche che biologiche che devono reagire le une con le altre. Tali reazioni chimiche, mentre purificano l’acqua, sottopongono però le pareti dei serbatoi ad attacchi chimici molto aggressivi da parte dei sottoprodotti fortemente acidi che generano, e che possono portare ad un’alternanza di dilatazione e restringimento del materiale che, senza i corretti rivestimenti anticorrosivi, porterebbe ad una rapidissimo degrado del serbatoio stesso.
2. Sbalzi estremi di temperatura
I rivestimenti anticorrosivi utilizzati negli impianti di trattamento delle acque devono essere progettati e certificati per resistere ad un’alternanza piuttosto rapida, e continua, di condizioni di temperatura estreme, molto elevate e molto ridotte. Se dovessero creparsi per gli sbalzi di temperatura, infatti, esporrebbero il materiale sottostante al rischio di danni immediati.
3. Elementi abrasivi
Nelle acque sottoposte a trattamento non vi sono solamente rifiuti inquinanti di natura chimica o biologica, ma spesso anche semplici rifiuti solidi, dai sassi alla sabbia in sospensione; considerando la velocità a cui l’acqua scorre, questi possono costituire una minaccia grave all’integrità strutturale dei rivestimenti anticorrosivi, i quali devono perciò essere scelti fra quelli in grado di resistere meglio e più a lungo a un’usura da impatto e da sfregamento.
E che fare qualora i rivestimenti anticorrosivi scelti si dimostrino, alla prova dei fatti, inadatti, e cedano in qualche punto? In questo caso, sarà necessario implementare un piano d’emergenza; per prima cosa sarà necessaria un’ispezione accurata dell’intera struttura, incluso un controllo visivo approfondito delle condizioni e dei danni subiti dai rivestimenti anticorrosivi, e di quanto rapidamente la corrosione si stia diffondendo; fatto questo, il che richiederà anche dei test condotti direttamente sulle superfici per avere risultati precisi, si dovrà procedere con una pulizia approfondita delle superfici, alla riparazione del substrato danneggiato con cementi rapidi o fodere in uretani elastomerici, e per finire alla nuova applicazione di trattamenti anticorrosivi più adatti alle specifiche necessità operative dell’impianto.